La Fondazione Bracco: dieci anni all’insegna della cultura, della scienza e dell’impegno sociale
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Ricordo ancora l’emozione che provai dieci anni fa quando nacque la Fondazione Bracco. Sostenuti da tanti amici, abbiamo dato vita a una nuova istituzione che affonda le sue radici sull’eredità di valori acquisiti nella lunga storia della nostra Famiglia e della nostra Azienda: l’etica della responsabilità, il senso del dovere, la ricerca della qualità e dell’eccellenza, l’impegno per l’innovazione costante, l’attenzione alle persone e lo stretto legame con le comunità. Valori fondamentali, che insieme a mia sorella Gemma, Vice Presidente della Fondazione, vogliamo trasmettere alle nuove generazioni. Valori a cui abbiamo sempre aspirato, nella convinzione che essi rappresentino anche la migliore garanzia per riuscire a superare momenti difficili, come ad esempio quello che stiamo vivendo ora nella pandemia Covid.
Il Gruppo Bracco, del resto, ha la filantropia nel suo DNA. Mio padre Fulvio, attore illuminato e visionario dell’industria del dopoguerra, credeva fortemente nel “prendersi cura” e nel rapporto “morale” tra le aziende, il territorio e l’ambiente. Esiliato istriano, sentiva anche un profondo bisogno di “restituzione”, di restituire, dunque, una parte di ciò che la sua azienda aveva creato nella comunità. Già nel dopoguerra Fulvio Bracco istituì borse di studio dedicate al nome della madre "Nina Salata", che sono in qualche modo gli "antenati" dei nostri progetti giovanili.
Giunti al traguardo dei 10 anni, possiamo affermare con orgoglio che la Fondazione Bracco ha raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Abbiamo realizzato molti progetti che hanno prodotto risultati positivi e concreti, certificati peraltro dagli strumenti di valutazione dell’impatto sociale che abbiamo adottato.
Le tre macro aree in cui operiamo, coniugando conoscenze, discipline e prospettive, sono scienza, cultura e progetti sociali, con particolare attenzione sempre al mondo delle donne e ai giovani, ai quali abbiamo dedicato il progetto "Diventerò" (I will become), uno specifico progetto di formazione e inserimento lavorativo a lungo termine che ad oggi ha assegnato oltre mille premi per lauree, borse di studio e dottorati di ricerca. Tra questi il premio che abbiamo dedicato alla memoria del Prof. Ernst Felder, brillante scienziato che per molti anni ha guidato il Dipartimento di Ricerca Bracco e le cui scoperte hanno rivoluzionato la diagnostica per immagini. Si tratta di un premio in partnership con la Fondazione Politecnico di Milano del valore di un milione di euro con l’obiettivo di riportare nel nostro Paese un giovane ricercatore di talento.
La Fondazione Bracco ritiene che la scienza sia profondamente legata alla ricerca, alla prevenzione e allo sviluppo sostenibile, ma anche alla parità di genere. Stiamo portando avanti un progetto globale in questo ambito, "100 donne contro gli stereotipi", che attraverso un database, una collana di libri e una mostra fotografica vuole mettere in luce la scienza per le donne e le competenze delle donne in settori strategici per lo sviluppo del Paese.
Guardando indietro alle nostre attività culturali in questi anni, ne ricordo alcune con particolare piacere; Il restauro della Galleria Chigi al Quirinale in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, le mostre alla National Gallery di Washington, volte a sostenere e valorizzare l’arte italiana all’estero, l’ormai decennale e multidisciplinare sostegno ai giovani talenti dell’Accademia del Teatro alla Scala e lo stretto rapporto con il Museo Poldi Pezzoli di Milano, tutti progetti di alta qualità, non semplici esborsi di denaro, sviluppati attraverso prestigiose partnership che hanno creato un valore aggiunto culturale e scientifico.
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In questi anni, molte delle nostre iniziative culturali sono state dedicate alla combinazione di arte e scienza. Le tecniche di imaging, infatti, permettono di svelare molti "segreti" nelle opere d'arte (dipinti, strumenti musicali, ecc.), e per noi, leader nel mondo della diagnostica per immagini, è stato naturale mettere a disposizione di curatori e restauratori le nostre competenze in questo campo. Ricordo, ad esempio, la mostra "Inside Caravaggio" al Palazzo Reale di Milano, in cui il pubblico è stato guidato alla scoperta di questo grande artista attraverso un percorso di video "a raggi X" affiancati ai dipinti, e il progetto "Artisti leonardeschi oltre il visibile", che ha riguardato lo studio scientifico di opere di allievi di Leonardo nell'ambito delle attività a supporto della mostra "Leonardo e la Litta Madonna" al Museo Poldi Pezzoli di Milano, durante l'anno delle celebrazioni del 500° anniversario della morte del genio italiano per eccellenza.
Pur avendo anche una vocazione internazionale, negli ultimi dieci anni la Fondazione è rimasta strettamente legata alla città di Milano, prestando particolare attenzione agli aspetti sociali e al tema della valorizzazione delle nostre periferie, divenuto una priorità assoluta. Siamo infatti consapevoli che se non si interviene sul territorio urbano, i problemi degenerano in modo drammatico, come si può osservare nella storia recente di molte aree metropolitane europee. C’è un costo nel non agire nella società. Per questo motivo siamo sempre più coinvolti in questo campo.
Un contributo molto importante è stato realizzato ad esempio nel Comune di Baranzate. All’inizio del 2016, in collaborazione con La Rotonda, l’associazione creata da Don Paolo Steffano, in una delle periferie milanesi più multietniche, nasce il progetto "Oltre i Margini" un’impresa altamente complessa basata sull’isolamento del territorio. Il progetto è un modello di servizio interpretato attraverso tre principali assi di attività: l’inclusione sociale attraverso il lavoro (con il laboratorio di cucito “Fiori all’Occhiello”), l’assistenza sanitaria alle persone emarginate e la lotta alla povertà educativa. Ma non ci siamo fermati qui. Abbiamo investito nella realizzazione di un luogo di inclusione e cura, partecipazione sociale e imprenditorialità a Baranzate, lo spazio "InOltre" un ex capannone industriale che diventerà una risorsa importante per la creazione di un centro in periferia. Un luogo di rigenerazione sociale basato sull’ospitalità, la solidarietà e il multiculturalismo.
Finora mi sono soffermato su alcuni dei progetti più importanti che abbiamo realizzato nei primi dieci anni di attività della Fondazione Bracco. Alle celebrazioni e agli anniversari, dopo tutto, affidiamo il compito della memoria. Il ruolo della memoria, tuttavia, non è solo quello di ricordare i successi del passato, ma anche quello di fornirci una bussola per tracciare il giusto percorso per il futuro.
È per questo che abbiamo ideato il libro "10 voci per 10 anni. Parole che colpiscono" come una sorta di piccola "enciclopedia" composta da riflessioni di dieci illustri amici su altrettante parole che meglio rappresentano la Fondazione Bracco: cultura, scienza, arte, musica, talento, donna, solidarietà, sostenibilità, conoscenza e pensiero. Concetti cardine che, dal 2010, hanno guidato le nostre scelte e continueranno ad ispirare il lavoro svolto dalla Fondazione anche in futuro.
Diana Bracco
Postfazione del libro: "10 voci per 10 anni. Parole che colpiscono".